Ingebrigt Håker Flaten (Exit) Knarr

NORWEGIAN

Dagsavisen – The Best Norwegian release of 2021

Concert review – Vossajazz 2021, by Johan Hauknes

Som knarren – båten som var skreddersydd for å transportere handelsvarer med minst mulig mannskap – seiler Håker Flatens tingingsverk mot stadig nye horisonter, den leverer og tar med seg om bord varer og andre musikalske goder som gjør at det er i meget god og opphøyet stemning vi vandrer ut av Vossasalen for aller siste gang under den førtiåttende festivalen på Vossevangen. Takk for turen!

Klassekampen by Chris Monsen

Avisa Hordaland

ENGLISH

Eyal Hareuveni for Salt Penauts

It highlights Håker Flaten’s role as a natural leader, with a powerful sound of his own, the wisdom to hold it all together, to make it swing and rock, and most of all, to inspire us to make our world more passionate and more compassionate, more harmonious.

GERMAN

ITALIAN

Blow Up Magazine

MusicMap by Roberto Celi

Il jazz europeo ha sempre avuto una notevole scena nordica e scandinava in cui il caposcuola fra i contrabbassisti, Arild Andersen, occupa un ruolo fondamentale e di cui a mio avviso Flaten è degno erede… qui abbiamo non solo un bassista jazz ma un compositore ed un band leader.

“(Exit) Knarr”, uscito per Odin Records, è un lavoro travagliato a causa della pandemia… il suo viaggio è paragonato a quello di una nave vichinga che lotta contro le avversità del mare verso nuove scoperte…

La compagine dei notevoli musicisti accreditati è una garanzia, ma quello che non ci si aspetterebbe da un disco di “free jazz” (è questo l’ambito) è una certa orecchiabilità, con sonorità raffinate e semplici al tempo stesso.

La traccia n.1 (”Miles Avenue”) è un piccolo eccelso esempio di tale magica alchimia… le atmosfere si dilatano e continuano nelle tracce successive mantenendo una leggerezza ed un equilibrio che sono funzionali sia ad un ascolto “ambient” che ad una vera e propria fruizione melodico-ritmica… Straordinario il suono e le ritmiche armoniche di Flaten che formano un “tappeto” mai invasivo ma che al contrario valorizza l’intervento degli altri strumenti.

Ottimi i fiati e le percussioni… eccellente lavoro nel suo insieme. Su tutte, oltre alla traccia iniziale, anche la 2 (”Brinken”) e la 6 (”Museumplein”, dove sento influenze Bowiane di ”Heroes” facciata strumentale!).

Dopo l’ascolto mi sento meglio… un senso di benessere e leggerezza mentale mi pervade… Voto 8 e 1/2!